5x1000

Checkup e terapie: Dossier scompenso cardiaco alias: il cuore in affanno

Questa malattia cronica è molto diffusa soprattutto tra la popolazione anziana.
Si parla di scompenso cardiaco quando il cuore, indebolito, non riesce a pompare il sangue con la forza necessaria a raggiungere i tessuti e gli organi che, di conseguenza, non ricevono ossigeno e nutrienti in modo adeguato. Altro lato negativo dello scompenso è l’accumulo di liquidi nei tessuti (in gambe, caviglie e polmoni).
L’indebolimento del muscolo cardiaco è legato a numerose cause. La più comune è correlata alla malattia coronarica (infarto del miocardio, ipertensione) specie se perdura da anni senza mai essere stata curata.
Dato che l’infarto è la causa più frequente, lo scompenso cardiaco è strettamente collegato ai maggiori fattori di rischio cardiovascolare, come il colesterolo alto, il fumo, il diabete, l’ipertensione e l’obesità.
Le forme lievi di scompenso sono difficili da individuare, perché i sintomi sono abbastanza silenti.
Tuttavia è importante intervenire tempestivamente, con cure adeguate, soprattutto nelle persone che hanno avuto precedenti problemi di cuore o che soffrono di pressione alta.

Il primo sospetto è legato alla comparsa di alcuni segnali, tra i quali: respiro difficoltoso dopo un breve esercizio o da sdraiati (asma cardiaca) gonfiore alle caviglie per accumulo di liquidi, stanchezza cronica, tosse secca.
Altri segnali da considerare sono: aumento o diminuzione di peso ingiustificati, palpitazioni e variazioni della frequenza cardiaca, vertigini, confusione o sonnolenza, perdita dell’appetito, tensione addominale, pressione bassa negli stadi avanzati della malattia. In questi casi è importante rivolgersi subito al proprio medico.
Diagnosticare lo scompenso non significa solo valutarne la presenza, ma anche capirne le cause e la gravità.
L’esame più importante per la diagnosi dello scompenso è l’ecocardiogramma, grazie al quale si può visualizzare la forma del cuore ed eventuali movimenti anomali. In generale lo scompenso si sviluppa lentamente e i sintomi si manifestano solo dopo che la malattia ha modificato l’aspetto dell’organo.
Un altro parametro importante evidenziato dall’eco è la cosiddetta “frazione di eiezione” cioè la quantità di sangue che il cuore è in grado di pompare ad ogni battito.
Una radiografia al torace consentirà di valutare l’ingrossamento del cuore, e l’eventuale accumulo di liquidi nei polmoni, mentre con l’elettrocardiogramma si può valutare il ritmo cardiaco.
Prevenire, si dice, è meglio che curare, quindi in presenza di fattori di rischio, è bene sottoporsi a controlli periodici per una diagnosi precoce.
In ogni caso, una terapia adeguata, con assunzione metodica di un certo numero di farmaci per tutta la vita, consentirà di far vivere i pazienti meglio e a lungo, evitando i ricoveri. Da non sottovalutare che lo scompenso cardiaco è una condizione cronica molto seria e dall’equilibrio precario, basta allentare l’attenzione, trascurare alcune regole o ammalarsi di una banale influenza per rischiare un peggioramento.
Inoltre, adottare corretti stili di vita, come non fumare e non bere alcolici, fare attenzione alle scelte alimentari, tenere
sotto controllo peso e pressione, svolgere una moderata attività fisica, sono tutti accorgimenti che aiuteranno a tenere alla larga molte pericolose malattie.

ALCUNI CONSIGLI UTILI
– Se gli arti inferiori sono gonfi, è buona norma sedersi e tenere le gambe sollevate. Questa posizione aiuta a eliminare con le urine i liquidi in eccesso. Le calze contenitive aiutano a prevenire l’accumulo di liquidi.
– Se si soffre di affanno notturno, per via dei liquidi nei polmoni, dormire con la testa rialzata da alcuni cuscini.
– I voli aerei o i soggiorni in montagna possono peggiorare la condizione, è meglio chiedere il parere del proprio medico prima di prenotare un viaggio.
– Anche per l’uso di alcuni farmaci è meglio chiedere al proprio medico, infatti alcuni antinfiammatori, i cortisonici e alcuni antidepressivi possono provocare effetti collaterali importanti per lo scompenso cardiaco.
– Per l’assunzione dei diuretici, ponderare col proprio medico gli orari di assunzione, onde rendere la terapia più compatibile con le attività giornaliere.
Meglio vaccinarsi, le malattie infettive, anche una banale influenza, possono influire sulla funzionalità del cuore scompensato.
Controllare l’assunzione di acqua e liquidi perché chi soffre di scompenso può non essere in grado di smaltirli.
Ridurre o eliminare il sale che fa trattenere i liquidi e interagisce con i diuretici.
Controllare il peso con regolarità, in modo da accorgersi di repentini aumenti di peso causati da ritenzione idrica.

Autore: Patrizia Valentina Arcuri

ARTICOLI