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Alimentazione: Consigli per gli acquisti

Un nuovo regolamento europeo non consentirà più ai produttori di alimenti di decantare inesistenti virtù o di utilizzare marchi che già dal nome promettono miracolosi risvolti sulla nostra salute.
Grazie alle incessanti campagne di prevenzione, le famiglie hanno capito che la salute si cura anche a tavola. Nel 2002 il World Health Report ha segnalato che le malattie non contagiose, quindi dovute allo stile di vita, costituiscono circa il 60% di tutte le cause di morte per malattia e il 47% di tutte le malattie in generale. Sono sempre più numerosi i consumatori che scelgono con attenzione gli alimenti da portare in tavola e controllano la composizione e l’apporto calorico dei singoli prodotti. Una buona abitudine da consolidare, se consideriamo che in Italia ci sono milioni di adulti in sovrappeso o obesi che, come sappiamo, rischiano di sviluppare malattie insidiose come quelle cardiovascolari, il diabete e i tumori.

Purtroppo le industrie alimentari approfittano della maggiore sensibilità dei consumatori per lanciare sul mercato, attraverso slogan tutt’altro che veritieri, prodotti che promettono fantastici risultati. Contro queste pubblicità ingannevoli si sono mosse le associazioni europee dei consumatori riunite nel BEUC (Bureau Europeen des Unions des Consommateurs) che, dopo lunghe trattative, hanno ottenuto che fossero varate delle apposite leggi, frutto dell’accordo tra le tre istituzioni europee: la commissione, il consiglio e il parlamento. Le nuove normative sugli slogan pubblicitari in materia nutrizionale consentiranno al consumatore di scegliere i cibi senza farsi convincere da promesse impossibili. Le industrie alimentari dovranno dire la verità, attenendosi alla realtà scientifica.

Certi slogan come “riduce il colesterolo” “dimagrisci e mangi quello che vuoi” “prodotto a basso contenuto calorico” “cibo light” “meno grassi o zuccheri” potranno essere impiegate solo se accertate da prove inconfutabili.
L’utilizzo di uno slogan sarà consentito solo se il prodotto rispetta i parametri stabiliti dalla legge. Per esempio, se un alimento vorrà fregiarsi del claim “a basso contenuto di grassi” non dovrà contenerne più di 3 grammi di grasso per 100 grammi. Un alimento o bevanda potrà fregiarsi, invece, del termine light solo se il suo valore energetico è ridotto di almeno il 30% rispetto al prodotto analogo classico.

A partire dall’entrata in vigore del regolamento, per vedere l’applicazione della legge si dovrà attendere un periodo di transizione di due anni per slogan nutrizionali e di tre anni per claim salutistici. Nel frattempo, non facciamoci incantare dalle sirene…

Autore: Patrizia Valentina Arcuri

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