5x1000

Trapianto e forme alternative di trattamento

Il trapianto cardiaco insieme con l’introduzione e l’affinamento della terapia immunosoppressiva hanno drammaticamente migliorato sia la sopravvivenza a distanza che la qualità di vita di questi pazienti. Tuttavia l’elevata sproporzione tra pazienti eleggibili per trapianto, candidati al trapianto e numero di trapianti effettuati rende i trapianto cardiaco una terapia assolutamente inconsistente dal punto di vista epidemiologico.
La carenza, assoluta e relativa, di donatori consente di trapiantare meno del 10% dei potenziali riceventi.

Questo ha stimolato la ricerca verso forme alternative di trattamento della insufficienza cardiaca. Le tecniche chirurgiche di rimodellamento del ventricolo sinistro, la resincronizzazione cardiaca con sofisticati pacemaker sono provvedimenti attuati in misura sempre maggiore e con risultati in costante miglioramento. Affascinante e promettente appare pure la possibilità di impiantare nel cuore malato cellule staminali e muscolari in grado di restituire capacità contrattile.

In questo ambito si inserisce la possibilità di impiantare macchine (pompe) in grado di supportare, temporaneamente o in maniera definitiva, il cuore. Il primo sistema di assistenza ventricolare come ponte al trapianto cardiaco è stata impiantato a Houston nel 1966. I continui miglioramenti tecnologici hanno consentito lo sviluppo di sistemi sempre più affidabili e ad elevata biocompatibilità.

La recente disponibilità di pompe di dimensioni sempre minori e di facile gestione ha consentito al paziente con assistenza ventricolare meccanica di essere dimesso al proprio domicilio ed, in alcuni casi, di riprendere la propria attività lavorativa, in attesa del trapianto.

Presso il Centro De Gasperis il programma di assistenza ventricolare meccanica è stato avviato sin dal 1988; ad oggi sono stati effettuati circa 80 impianti di sistemi di assistenza circolatoria, di tipi differenti, prevalentemente in attesa del trapianto; gli ottimi risultati conseguiti sono allineati con le migliori esperienze mondiali ed insieme con la ricerca ed il progresso tecnologico, lasciano presagire la possibilità di impianti definitivi di assistenze meccaniche “in alternativa” al trapianto in quei pazienti che presentano controindicazioni assolute.