Prevenzione e riabilitazione
Curare il nostro corpo e fare attenzione ai segnali che ci manda non è solo un modo per conoscersi meglio: è anche e soprattutto uno strumento per prevenire molte patologie che possono rappresentare una seria minaccia alla nostra salute. Per quanto riguarda poi le malattie cardiovascolari, le più diffuse nel mondo occidentale, il capitolo 'prevenzione' sembra essere particolarmente importante. E' stato infatti calcolato che, nella sola Toscana, l'applicazione rigorosa di misure preventive potrebbe evitare fino a 1.000-1.500 morti ogni anno.
Per tutelare il più a lungo possibile questo nostro prezioso sistema cardiocircolatorio è necessario mettere in pratica azioni di prevenzione primaria e una costante e corretta attività di riabilitazione.
Prevenzione primaria
È la prevenzione che passa prima di tutto attraverso lo stile di vita: abitudini, dieta, attività fisica e controlli tramite i quali l'individuo si fa carico, in prima persona, della propria salute.
Periodicamente è consigliabile effettuare esami di controllo, soprattutto in caso di familiarità, di età superiore a 40 anni o quando si avvertono dolori, affanno o tachicardie.
Tra le malattie che possono essere in qualche misura previste, evitate o comunque limitate, spicca l'infarto.
I principali fattori di rischio di malattie cardiovascolari sono legati principalmente a stili di vita non adeguati. L’adozione di uno stile di vita salutare è fondamentale per contrastare tali malattie e mantenere in buona salute il cuore.
Alcune semplici regole:
- Stop al fumo
- Peso sotto controllo
- Occhio alla tensione
- Sale al minimo
- Vegetali a go-go
- Movimento intelligente
Riabilitazione
Va subito detto che l'esperienza diretta di una malattia come l'Infarto Miocardico Acuto (IMA), è uno degli eventi più impegnativi che una persona possa sperimentare oggi, sia dal punto di vista fisico sia, soprattutto, dal punto di vista psicologico.
L'intensità del sintomo "dolore", l'attivazione frenetica e preoccupata di coloro che intervengono in soccorso, la sensazione di morte imminente, l'angoscia del "dopo" con le problematiche della ripresa di una vita possibilmente "normale", caratterizzano i ricordi delle angosciose prime ore dell'Infarto in modo indelebile.
In effetti, non si può negare che nella propria esistenza qualcosa cambia radicalmente dopo un infarto miocardico acuto. È necessario, però, raggiungere la consapevolezza che il cambiamento richiesto sarà sostanzialmente migliorativo, che l'evento "malattia" sarà un punto di partenza e non di arrivo, proiettato verso una completa ripresa.
La guarigione sarà tanto più definitiva quanto più si riuscirà a mettere in atto quei provvedimenti, in apparenza semplici ma in pratica dipendenti da un rilevante impegno personale, che, combattendo la tendenza naturale della malattia alla recidiva, permetteranno una piena ripresa e una vita soddisfacente.