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Buona Pasqua a cuor leggero. Anche a tavola

Per molti Pasqua è una tradizione religiosa, per tutti o quasi un’occasione di convivialità. Un momento per stare insieme, soprattutto a tavola.

 

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Il piacere di festeggiare la Pasqua

Che sia a casa o al ristorante – o magari un picnic, meteo permettendo –, il pranzo di Pasqua e Pasquetta è soprattutto un’opportunità di stare in compagnia delle persone più care, in famiglia o, come vuole il detto, “con chi vuoi”.

 

Ecco perché ha senso festeggiare anche a tavola il ritrovarsi con amici e parenti. Il modo giusto per farlo, evitando che il pranzo diventi un elenco di divieti, è avvicinarci al cibo con consapevolezza, proprio come abbiamo imparato a fare nei giorni “normali”, senza cedere a un consumo distratto di cibi e bevande.

 

Il menu di Pasqua

Ma esiste un menù di Pasqua gustoso e, insieme, attento alla salute del cuore e delle arterie? In occasioni come questa, una scelta che sia soddisfacente e salutare è fare un pasto completo con porzioni piccole:

  • un pinzimonio allegro e colorato – carote, sedano, zucchine, rapanelli, con olio extravergine di oliva – come antipasto;
  • un primo di pasta, meglio se integrale, da condire con un sugo leggero a base di verdura invece del “solito” ragù: una scelta green e in piena sintonia con la Primavera in arrivo;
  • un secondo di carne bianca o pesce o, in alternativa, un iper-classico come la torta pasqualina che rappresenta una buona combinazione di fibre e proteine (ma prepariamola noi: sarà più divertente ed eviteremo i grassi della sfoglia già pronta);
  • un contorno di verdure, un frutto di stagione e un po’ di pane.

 

Limitiamo le bevande alcoliche a un bicchiere durante il pasto. Un bicchiere di bollicine per gli auguri? Concesso!

 

 

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Occhio alla spesa

Prima di fare la “spesa di Pasqua”, pianifichiamo con cura il nostro menu e facciamo acquisti in funzione di quello che pensiamo di cucinare e portare in tavola. In questo modo, quando ci occuperemo delle provviste alimentari, riusciremo a comprare solo ciò che ci servirà per i due giorni di festa, tenendo conto del numero effettivo dei commensali.

 

Privilegiamo la qualità alla quantità: meglio una sola colomba, anche se costa un po’ di più, che tre così così. E mangiamo la nostra fettina a fine pranzo, e non come “spezza fame” nel corso della giornata.

 

Quanto all’uovo di Pasqua, decisamente meglio se è di cioccolato fondente, almeno al 70%: un’informazione che si può leggere facilmente sulle confezioni. La porzione che ci spetta (perché sì, a Pasqua ci spetta) non dovrebbe superare il corrispettivo di un paio di quadretti di tavoletta.

 

Se abbiamo comprato altri dolciumi, come i classici ovetti di cioccolato, non teniamoli in bella vista: resistere alla tentazione di prenderne uno ogni volta che passiamo di lì è difficilissimo. E ricordiamoci che, quando li abbiamo acquistati, ci siamo detti che sarebbero stati “per gli ospiti”.

 

Il giorno dopo

Il piacere della Pasqua è la gioia di passare più tempo con le persone a cui vogliamo bene, anche a tavola. Ma poi… Dal pomeriggio del lunedì, torniamo alla normale routine alimentare: pasti completi, ma senza antipasto e dolce.

 

 

28/03/2024
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