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A Niguarda il primo cuore artificiale impiantato in Lombardia

 

De Gasperis Cardio Center: il primo impianto di cuore artificiale in Lombardia

A dicembre il primo trapianto a cuore fermo, nei giorni scorsi il primo impianto di cuore artificiale eseguito in Lombardia. Il De Gasperis Cardio Center dell’Ospedale Niguarda sta dando ulteriore prova della sua eccellenza e, soprattutto, sta aprendo nuovi orizzonti per chi ha problemi di salute del cuore.

 

L’intervento di cui parliamo è stato eseguito dall'équipe della Cardiochirurgia e Trapianto di cuore, diretta da Claudio Russo, supportata dallo staff dell’Anestesia e Rianimazione Cardiotoracovascolare, diretto da Michele Mondino e con l'équipe della Cardiologia 2- Insufficienza Cardiaca e Trapianti, diretta da Andrea Garascia. Il cuore artificiale di ultima generazione è stato utilizzato per un paziente affetto da grave scompenso cardiaco con disfunzione del ventricolo sinistro e destro, in attesa per un trapianto di cuore da diversi mesi.

Il nuovo device consentirà al paziente di affrontare con una migliore qualità di vita il periodo d’attesa in vista del trapianto cardiaco con un cuore naturale.

 

Un cuore artificiale come quello “vero”

Il device utilizzato dal Cardio Center per l’impianto di cuore artificiale sostituisce totalmente il cuore con funzioni molto vicine a quelle fisiologiche, adattandosi automaticamente all'attività fisica del paziente.

 

Il nuovo device si compone di una camera ventricolare sinistra e una camera ventricolare destra. Questa particolarità lo differenzia dai cosiddetti VAD (Ventricular Assist Device), sistemi di assistenza che sono in grado di fornire un flusso sanguigno di tipo continuo (costante, senza una sistole e una diastole) con una funzione di supporto quasi esclusivo al ventricolo sinistro.

 

Il cuore artificiale di nuova generazione, invece, sostituisce totalmente il cuore nativo, che a sua volta viene rimosso con un intervento cardiochirurgico in circolazione extracorporea.

 

Verso il trapianto nelle migliori condizioni possibili

Con le sue quattro valvole biologiche (che corrispondono alle valvole tricuspide, polmonare, mitrale e aorta del cuore nativo) è in grado di generare un flusso fisiologico di tipo pulsato (cioè con una pressione sistolica e una diastolica come nel soggetto normale).

 

“Questa caratteristica – sottolinea Claudio Russo – mette al riparo da tutte le possibili complicanze del flusso continuo; inoltre i sensori di cui è dotato il cuore artificiale a valvole biologiche permettono un adattamento dell’attività in base alle richieste dell'organismo, così come succede nel cuore nativo”.

Il nuovo tipo di device presenta anche altri due punti di interesse: da un lato, il fatto che le superfici interne sono integralmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante riduce il rischio di complicanze correlate; dall’altro, il fatto che questa tecnologia si avvicina moltissimo alla fisiologia del cuore può contribuire a far arrivare i pazienti ad affrontare il trapianto nelle migliori condizioni possibili.

 

I nuovi device: un vantaggio per chi?

Nella fase attuale, i device come quello utilizzato nei giorni scorsi dall’équipe diretta da Claudio Russo rappresentano un’opportunità in più per migliorare la condizioni di chi va incontro a uno scompenso cardiaco biventricolare tale da rendere necessario un trapianto cardiaco, ma che – proprio perché entrambi i ventricoli sono compromessi – non può contare sull’impianto di un VAD.

 

E in futuro? “L’auspicio – conclude Russo – è che in un futuro prossimo l'impiego del cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni (per età o malattie associate) al trapianto di cuore”.

15/01/2024
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