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I nuovi dispositivi impiantabili nella gestione del paziente: ruolo e prospettive del monitoraggio remoto nel controllo dei defibrillatori impiantabili

Emanuela T. Locati, Sara Vargiu, Ederina Mulargia, Corrado Ardito, Milena Schirru, Stefano Pedretti, Franca Negrini, Maurizio Lunati

 

STATO ATTUALE DEL MONITORAGGIO REMOTO DEI DEFIBRILLATORI IMPIANTABILI

 

Secondo le attuali linee guida internazionali e nazionali il monitoraggio remoto (HM) può oggi integrare e a volte sostituire il controllo ambulatoriale tradizionale del paziente portatore di defibrillatore impiantabile (ICD). La fattibilità, sicurezza ed efficacia dell’HM sono state ormai più volte dimostrate in
un numero sempre crescente di pazienti seguiti nel mondo con questa metodica: ad oggi oltre 800 000 pazienti nel mondo, e oltre 15 000 pazienti in 180 ospedali in Italia, per un totale di oltre 100 000 trasmissioni. Molti studi hanno ormai dimostrato che l’HM dei portatori dei dispositivi impiantabili, in particolare di ICD, è vantaggioso sia per il paziente, che effettua controlli molto più ravvicinati e personalizzati, con una più precoce identificazione di eventuali problemi evitando visite non necessarie,
sia per l’ospedale, che riduce progressivamente le risorse impiegate a controlli routinari, spesso non indispensabili, dedicandosi invece alla gestione dei pazienti nel momento in cui insorgono reali problemi clinici (Tabella 1).

 

Vari studi clinici randomizzati hanno confermato non solo l’equivalenza dell’HM rispetto al controllo ambulatoriale standard in termini di sicurezza, ma hanno addirittura dimostrato la superiorità della gestione del paziente con HM rispetto al controllo tradizionale, comportando una riduzione delle visite programmate e non programmate, una riduzione degli accessi al Pronto Soccorso e della durata media delle ospedalizzazioni per cause cardiovascolari, un aumento della capacità di individuazione di eventi clinicamente rilevanti, e una riduzione del tempo tra il verificarsi di un evento avverso ed il conseguente trattamento clinico. L’HM produce una più efficace gestione delle risorse sanitarie, sia ottimizzando gli accessi ospedalieri e l’utilizzo del tempo e del lavoro degli operatori sanitari, che riducendo i costi di trasporto e le spese per eventuali accompagnatori. In generale, l’HM permette infatti di ridurre il carico di controlli ambulatoriali da effettuare nel singolo paziente (al posto di controlli ogni 6-8 mesi, è così possibile effettuare un controllo ambulatoriale ogni 12 mesi per una valutazione clinica globale del paziente, mentre ogni 1-3 mesi vengono effettuati controlli remoti tramite sistemi di HM). Anche in termini temporali l’HM comporta un’ottimizzazione della tempistica: dalla media di 25- 30 min del controllo tradizionale ai 4-5 min dell’HM8,9.

 

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13/12/2013