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Serendipity: la denervazione dell’arteria renale

La “serendipita’”si può applicare alla scoperta della denervazione dell’arteria renale (RDN) per il suo utilizzo pleiotropico.

 

Ricordando infatti l’antica favola orientale dei Principi di Serendippo, che durante un viaggio facevano “scoperte di cose non cercate e del tutto nuove, per accidente o per sagacia”, allo stesso modo la RDN è una recente conquista semplice, sicura ed efficace dell’interventistica vascolare.

 

Nasce per il trattamento dell’ipertensione arteriosa resistente ricorrendo ad un principio noto in medicina dal 1935: la simpaticectomia chirurgica delle arterie renali, gravata da alta morbidità e mortalità. Il rene è infatti punto di arrivo e di partenza di un’importante attività nervosa simpatica, attività che dal punto di vista fisiopatologico sta alla base dell’ipertensione arteriosa resistente, ma anche di diverse altre patologie che hanno per comune denominatore l’iperfunzionamento del sistema nervoso simpatico, come  l’apnea ostruttiva del sonno, lo scompenso ventricolare sinistro e il diabete mellito.

 

Si calcola che nel mondo esista circa un miliardo di persone ipertese e che nel 2025 saranno un miliardo e seicentomilioni. In Italia gli ipertesi sono oltre 15 milioni e ognuno di essi costa mediamente 500 Euro al trimestre per il complesso di farmaci.

 

 

Purtroppo, nonostante la spesa, circa il 50% di questi non è a target. Nella maggior parte dei casi ciò è determinato da una compliance inadeguata, da uno stile di vita scorretto ed in meno del 10% dei casi da una causa secondaria di ipertensione arteriosa, ossia di origine per lo più endocrina (iperaldosteronismo, Sindrome di Cushing, feocromocitoma, distiroidismo, iperparatiroidismo, acromegalia) o anatomo-patologica (stenosi arterie renali, nefropatie croniche, coartazione aortica).

 

Lo screening accurato di tutte queste patologie così come un’adeguata valutazione del paziente in termini di assunzione di terapia e di stile di vita è fondamentale prima di definire un paziente “iperteso resistente”, ossia non controllato da una triplice terapia che comprenda il diuretico e con un profilo di rischio cardiovascolare più alto.

 

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05/09/2013