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Cardiopatie, i fattori di rischio non modificabili

Cardiopatie rischi non modificabili

Fattori di rischio modificabili e non modificabili

Rispetto alle malattie cardiovascolari si distinguono due tipi di rischio: quelli modificabili, sui quali possiamo intervenire agendo opportunamente su comportamenti e stili di vita, e quelli non modificabili, dei quali è bene essere consapevoli e con i quali dobbiamo comunque “fare i conti”: l’età, l’ereditarietà e il sesso.

 

Età e sesso

Una premessa necessaria, per quanto riguarda l’età: non confondiamola con il processo di invecchiamento, che varia da persona a persona e non dipende solo dalla predisposizione ereditaria, ma anche dallo stile di vita: se l’età è “data”, i nostri comportamenti incidono sul processo di invecchiamento dell’organismo e sulla sua “velocità”: uno stile di vita sano può rallentare questo processo e, a parità di età anagrafica, il nostro fisico (e il nostro cuore) potranno essere più o meno giovani.

 

L’altra considerazione di cui tenere conto è il fatto che, in quanto fattori di rischio non modificabili di malattie cardiovascolari, l’età e il sesso presentano una correlazione importante.

 

Gli uomini sono colpiti dall’aterosclerosi prima delle donne. Negli uomini, il rischio di infarto aumenta significativamente a partire dai 45 anni. Nelle donne, il rischio di aterosclerosi non aumenta normalmente fino a dopo la menopausa. Fino alla menopausa, infatti, le donne sono più protette degli uomini dalle malattie cardiovascolari grazie agli ormoni (estrogeni e progesterone) che rappresentano un fattore protettivo. Tuttavia, le donne “recuperano” in fretta: dopo i 60 anni, una donna ha le stesse probabilità di un uomo di sviluppare malattie cardiovascolari e spesso le patologie sono più serie che negli uomini.

 

Ereditarietà

Oltre all’età e al sesso, anche l’ereditarietà gioca un ruolo importante in termini di predisposizione per le malattie cardiovascolari. Per questo è importante conoscere la propria storia familiare e la presenza di eventuali anomalie genetiche.

 

Prendiamo, ad esempio, il colesterolo: i fattori genetici sono una delle cause – se vogliamo, la più ingiusta – del colesterolo alto. Nei casi in cui diversi membri di una stessa famiglia presentano livelli elevati di colesterolo nel sangue, si parla di ipercolesterolemia familiare: trattandosi di un problema genetico, si può trasmettere da una generazione all’altra.

 

Quanto all’ereditarietà delle malattie cardiovascolari, è d’obbligo una precisazione. C’è motivo di sospettare una predisposizione ereditaria solo a determinate condizioni, cioè se un parente di primo grado (padre, madre, fratello, sorella, figlio, figlia) ha sofferto di malattia coronarica o ictus prima dei 55 anni nel caso di un uomo o prima dei 65 anni nel caso di una donna.

In questi casi l’ereditarietà è un fattore di rischio cardiovascolare significativo.

 

In sintesi, il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare aumenta se un parente stretto della nostra famiglia ha sviluppato una malattia cardiovascolare in giovane età.

 

Se proveniamo da una famiglia di “cardiopatici”, quindi, è particolarmente importante mantenere uno stile di vita sano ed evitare i fattori di rischio modificabili.

 

L’elisir di lunga vita e uno stile di vita sano

Sarebbe bello, per poter contrastare i fattori di rischio non modificabili per le malattie cardiovascolari, poter contare sull’elisir di lunga vita alla cui esistenza credevano gli antichi: una pozione in grado di donare l’immortalità a chiunque la bevesse, di farlo tornare giovane o, quanto meno, di rafforzarne e prolungarne la vitalità guarendone le malattie. Ma, ahinoi, siamo nel regno della leggenda.

 

Nella realtà, non ci resta che intervenire sui fattori di rischio modificabili e mettere in atto comportamenti volti a ridurli: non faremo miracoli, ma potremo comunque fare molto per la salute del nostro cuore.

 

 

27/10/2022