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Back to school: come 'bruciare' l’arresto cardiaco

Le aritmie ventricolari, che generalmente insorgono in cuori già danneggiati da una patologia preesistente come un infarto pregresso, possono avere conseguenze pericolose o addirittura fatali se non sono trattate
tempestivamente.

 

Da molti anni esistono dispositivi defibrillatori impiantabili (ICD) che, in pazienti selezionati, sono in grado di interrompere le aritmie minacciose per la vita. Questi dispositivi “salvavita” non sono però in grado di prevenire l’insorgere di questo tipo di aritmia. Inoltre, le terapie elettriche erogate dagli ICD, oltre a essere un’esperienza spesso spiacevole, sono esse stesse fonte di stress per il cuore e l’organismo.


Per questo, in caso di aritmie ricorrenti, si rende spesso necessario ricorrere alla procedura di ablazione transcatetere che permette di individuare il “corto circuito” elettrico responsabile dell’aritmia e interromperlo con una cauterizzazione mirata del tessuto cardiaco interessato.


Anche se la teoria può apparire semplice, questo tipo di procedura raggiunge spesso livelli estremi di difficoltà tecnica per gli operatori coinvolti e richiede l’utilizzo di apparecchiature in costante e rapidissima evoluzione, incluse alcune tecnologie di realtà virtuale per “navigare” in tempo reale all’interno del cuore.

 

Per questo motivo la società europea di cardiologia organizza periodicamente corsi specifici nei quali è possibile confrontarsi direttamente con i maggiori esperti internazionali del settore, i cui insegnamenti ed esempi dal vivo precedono spesso di anni le nozioni riportate sui libri.

 

Grazie al contributo della Fondazione A. De Gasperis, due cardiologi del De Gasperis Cardio Center, Sara Vargiu e Matteo Baroni, hanno partecipato, insieme al tecnico di elettrofisiologia Alessio Testoni, all’ Advanced Ventricular Tachycardia Ablation Course che si è tenuto a Varsavia in ottobre, con la presenza di 50 cardiologi provenienti da tutta Europa.

 

11/11/2018